L'ozonoterapia tecnica innovativa in odontoiatria
L’ozono terapia, come suggerisce il termine stesso, è un processo curativo ottenuto attraverso l’utilizzo di una miscela di ossigeno ed ozono. E’ considerata una terapia di tipo “naturale” proprio perché si avvale di questi due elementi, presenti in natura.
I primi esperimenti per la cura di malattie del cavo orale attraverso l’uso dell’ozono, risalgono agli anni ’70, ma solo nel decennio successivo gli studi dell’inglese Prof. Edward Lynch, hanno portato a risultati sufficienti a far sperare nella nascita di un nuovo approccio terapeutico alle malattie dentali. Lesioni cariose sottoposte a sedute di ozono hanno confermato la possibilità di una regressione nel loro processo degenerativo, portando gli specialisti del settore ad una rivalutazione completa del fenomeno della carie: intorno al 2001 nasce una nuova definizione di questa malattia, totalmente rivoluzionaria rispetto alla precedente, e che prevede appunto una reversibilità della demineralizzazione dello smalto e della dentina.
Invertendo dunque tale processo demineralizzante si può ottenere l’effetto opposto senza dover ricorrere a devitalizzazioni o estrazioni del dente malato. La scoperta non è da poco, proprio perché concede la possibilità di passare da un trattamento curativo di tipo chirurgico ad uno di tipo medico-farmacologico. Le estrazioni tradizionali infatti comportano la necessità di sacrificare totalmente o in parte il tessuto dentale, che viene sostituito con elementi esterni che possono in alcuni casi nuocere per la loro tossicità e che comunque sono soggetti ad usura ed hanno bisogno di periodiche revisioni e di attenta manutenzione.
L’ozono terapia offre la possibilità di evitare l’intervento e di salvare comunque il dente, attraverso la sterilizzazione del tessuto carioso e ad una sua rimineralizzazione naturale. Recenti studi hanno dimostrato che non tutte le lesioni cariose iniziano dalla corruzione dello smalto, per l’azione cioè di batteri depositatisi sulla parte esterna del dente. Sezionando denti estratti, si è visto come in molti casi tracce di carie possono essere trovate anche solo nella dentina, senza segni evidenti di effrazione dello smalto che la ricopre. Non è dunque facile individuare la presenza o meno di una carie. Attraverso un sofisticato apparecchio in dotazione ai medici specialisti, la diagnosi della malattia risulta essere più affidabile: un raggio laser fluorescente va a colpire la superficie dentale interessata.
La diversa reazione di parti sane rispetto alle malate offre la possibilità di individuare principi di carie o lesioni in stato già avanzato. A questo punto, il medico deciso ad utilizzare una terapia di ozono, può procedere alla rimineralizzazione dell’area compromessa. Un apparecchio eroga ozono direttamente sul dente malato.
Il trattamento dura dai 10 ai 60 secondi. Dopodiché si applica un liquido riducente, dalle ottime proprietà rimineralizzanti. A questo punto il processo è finito, e il paziente viene congedato senza i tipici dolori post intervento o i fastidiosi effetti residui dell’anestesia.
Un’ulteriore visita a circa sei settimane dal trattamento sarà necessaria per monitorare le condizioni della lesione, attraverso una nuova esposizione al raggio. Gli ottimi risultati finora raggiunti parlano di un processo degenerativo sospeso e regredito nel 90% circa dei casiosservati!
L’ozono terapia risulta essere quindi non solo efficace, ma addirittura consigliabile per la modalità di cura dei pazienti. Evitare un intervento è già di per sé un sollievo, in più le caratteristiche indolore e senza effetti collaterali del trattamento con ozono ne fanno la scelta migliore per tutti i casi di carie, soprattutto per quelli in cui i pazienti risultano essere poco collaborativi a causa della paura del dentista o stress.
La penna laser che classificare la decalcificazione di un dente
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